Dal portale “Automazione Plus.it” 2001: “Giunto alla quinta edizione il Salone dei Beni e delle Attività Culturali (30 novembre – 2 dicembre, 2001), organizzato da VeneziaFiere con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, si conferma uno dei più importanti appuntamenti per tutti gli operatori del settore. Non poteva mancare in questo contesto la presenza di ServiTecno che, con Intellution ed i propri integratori è da sempre attento fornitore di prodotti e soluzioni per servizi di pubblica utilità e di Building Automation in edifici storici ed artistici.
Molte sono le applicazioni in cui i prodotti software Fix ed iFix di Intellution, distribuiti in Italia da ServiTecno, sono utilizzati per la supervisione di edifici, impianti e reti, ad esempio presso i più importanti e famosi Palazzi di Venezia (Palazzo Ducale, il Fondaco dei Turchi, Museo Correr, Palazzo Mocenigo, Palazzo Cà D’Oro).

Questi edifici sono tutti tenuti sotto controllo da sistemi di supervisione, realizzati dalla Novatekno di Mestre, che utilizzano il software iFix di Intellution. A Roma la Acea MultiUtility ha recentemente utilizzato alcune licenze software Intellution per controllare i sistemi di illuminazione della Domus Aurea e della Basilica di San Pietro in Vaticano.

La Domus Aurea a Roma

Un po’ di storia di Roma da Wikipedia e dal sito Archeoroma: La Domus Aurea (“Casa d’oro” in latino, proprio perché in essa si utilizzò molto di questo prezioso metallo) era la villa urbana costruita dall’imperatore romano Nerone dopo il grande incendio che devastò Roma nel 64 d.C. La distruzione di buona parte del centro urbano permise al princeps Nerone di espropriare un’area complessiva di circa 80 ettari e costruirvi un palazzo che si estendeva tra i colli Palatino, Esquilino e Celio.

La villa, probabilmente mai portata a termine, fu distrutta dopo la morte di Nerone a seguito della restituzione al popolo romano del terreno su cui sorgeva. L’ imperatore Vespasiano, diede l’ordine di demolire gli edifici spianandoli e riempiendoli di macerie per fare erigere il famoso “Anfiteatro Flavio” (ovvero il Colosseo). Qualche anno dopo sulle macerie della Domus Aurea interrata l’imperatore Tito e l’imperatore Traiano fecero costruire le Terme. Furono anche asportate le lussuose decorazioni e le sculture mentre le camere furono ricoperte di terra fino alla volta per fare da basamento ai futuri edifici, e affreschi e decorazioni in stucco della Domus Aurea rimasero sepolti per secoli fino al Rinascimento: “fortunatamente” questa distruzione totale salvò le “grottesche”. Infatti, come le ceneri vulcaniche di Pompei, le tonnellate di sabbia ebbero la funzione di proteggerle dalla loro perenne minaccia, l’umidità.

La “scoperta” della Domus Aurea nel 1400

Il ritrovamento avvenne alla fine del XV secolo quando un giovane romano cadde accidentalmente in un crepaccio nel terreno sul lato del colle Oppio ritrovandosi in una insolita grotta a guardare sbalordito antichi affreschi sulle pareti articolate intorno a lui. Gli affreschi scoperti incuriosirono ben presto i giovani artisti romani che si calarono sotto terra per poter studiare i dipinti alla luce di fiaccole e lumi.

Con grande sorpresa le opere si dimostrarono una rivelazione di quel che era il vero volto della pittura nell’antica città e il suo sfarzo imperiale. Lo stile ricercato delle architetture e delle scene mitologiche di animali immaginari in stile fiabesco, influenzarono grandi pittori come il Pinturicchio, Raffaello e Michelangelo per gli affreschi dei Palazzi Vaticani, di Castel Sant’Angelo e di Palazzo Madama.

La storia continua fino ai giorni nostri.

iFix in Domus Aurea a Roma

Nei secoli alcuni papi commissionarono scavi autorizzati nella Domus Aurea facendo riemergere dalla terra stanze, locali e colonnati, con la pubblicazione di oltre sessanta incisioni dei disegni ritrovati.

Più avanti l’architetto De Romanis riconquistò dalla terra un’altra cinquantina di stanze, pubblicando una planimetria e una relazione. Dal 1939 al 1969 la Soprintendenza Archeologica di Roma esplorò il piano superiore e impermeabilizzò le volte. Il decadimento delle decorazioni e degli stucchi, la precarietà delle strutture murarie e i pericoli di infiltrazioni d’acqua portarono più volte alla chiusura del grandioso complesso che con altre fasi alterne veniva poi riaperto al pubblico.

In occasione del Giubileo dell’anno 2000, la società di ingegneria Utilitas di Roma, diretta emanazione della multiutility capitolina ACEA era stata incaricata di valorizzare la recenti “scoperte archelogiche” all’interno della Domus Aurea di Roma. Si pensò quindi ad un moderno ed efficiente sistema di illuminazione per far risaltare la grande bellezza delle volte e delle strutture, da presentare al mondo in occasione dell’Anno Santo.

Contemporaneamente molti sensori (estensimetri, igrometri e termometri) sono stati disseminati in tutti gli scavi per monitorare la stabilità e le condizioni ambientali di tutto il complesso, per fornire informazioni accurate a tecnici e responsabili della Soprintendenza, ed assicurare una visita sicura ai turisti attesi da ogni parte del globo.

Era necessario quindi un sistema HMI/SCADA in grado di raccogliere in modo accurato tutte le misure rilevate e dal quale comandare tutti i punti di illuminazione con la supervisione degli armadi elettrici.
Utilitas, a quel tempo società di integrazione di sistemi partecipata da ACEA, in contatto con Inprotech (storico partner romano di ServiTecno) pensò ad uno prodotto software HMI/SCADA sicuro ed affidabile: iFix di Intellution, distribuito e supportato in Italia da ServiTecno.

Per questo tuffo nel passato un grazie particolare al collega ed amico Sergio Petronzi di Roma, che con noi collabora da 30 anni per rendere iFix il prodotto software HMI/SCADA apprezzato in Italia e nel mondo.

Per approfondire:

Domus Aurea – Wikipedia