In Italia più del 30% dell’acqua destinata agli utenti viene “sprecata” nel suo percorso lungo la rete: Milano (con una perdita sotto al 10%) è tra i più efficienti, ma va relazionato alla sua dimensione.

L’impatto purtroppo è ben superiore ad altri acquedotti dove perdite esponenzialmente superiori ci parlano di quantitativi assoluti ben più esigui: sprechiamo l’acqu insomma, e questo può avere impatti di vario tipo, anche sulla sicurezza delle persone.

La normativa Europea sta mutando, obbligando gli stati membri a monitorare in maniera più accurata sia proficuità delle reti che la qualità dell’acqua erogata. Sono stati infatti redatti due documenti (Water Safety Plan  e Water Leakage Management ) che contengono le Good Practice per l’acquedotto del futuro (e magari del presente).

Entrambi riguardano la conformità a regolamentazioni che mirano ad un miglioramento del “prodotto/servizio” da loro offerto ed hanno impatti diretti su tre aspetti che sono vitali per chi conduce un acquedotto:

  • la qualità dell’acqua,
  • l’efficienza degli impianti per garantire continuità di servizio
  • la riduzione dei costi di erogazione.

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Da un altro lato, la Direzione Ambiente della Commissione Europea ha pubblicato nel 2015 il documento “Buone pratiche per la gestione delle perdite idriche”: un riferimento tecnico e normativo aggiornato per la gestione delle perdite per tutti i gestori ed i regolatori europei.

Ecco quindi un breve excursus di come la tecnologia con sensori, sistemi di controllo, telecontrollo, gestione dell’energia e sistemi informativi di manutenzione possono rappresentare un valido complemento per soddisfare i requisiti di conformità a queste normative.

Uno dei punti cardine nel modello da adottare per garantire omogeneità sia nella qualità che nella continuità di erogazione del servizio sta’ nel corretto monitoraggio dei punti di pressione nella rete di distribuzione dell’acquedotto tramite di una serie di sensori collegati al telecontrollo in grado di far confluire le informazioni sulle pressioni rilevate nei diversi punti della rete durante l’erogazione del servizio in via continuativa, in modo da poter costruire il modello di funzionamento nelle diverse fasce orarie della giornata e nelle diverse stagioni dell’anno, anche in considerazione di eventuali variazioni della popolazione, dei dati climatici e dell’andamento delle precipitazioni atmosferiche.

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